MARTIN PARR “SHORT & SWEET” al MUDEC sino al 30 giugno 2024 www.mudec.it
Martin Parr << Sort & Sweet >> MUDEC Museo delle Culture di Milano Orari di visita: Lunedì 14.30 – 19.30 Martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9.30 – 19.30
29- Febbraio 20'24 | di Cinzia Maria Orsini
Per apprezzare pienamente le fotografie di Martin Parr si deve partire dall’esatta frase con la quale venne definito da Henri Cartier-Bresson – viene da un altro pianeta – e proprio per questa sua grande originalità egli lo introdusse in una delle più famose e prestigiose agenziefotografiche del mondo, la Magnum, da lui fondata con altri colleghi ed eccellenze della professione, consacrandolo tra i più influenti artisti degli ultimi decenni.
La mostra dedicata a quest’illustre fotografo è in essere sino al 30 giugno 2024, al MUDEC, a Milano, ed è stata realizzata in collaborazione con Magnum Photos, 24Ore Cultura e promossa dal Comune di Milano Cultura con Fondazione Deloitte come Institutional Partner.
Martin Parr, londinese classe ’52, dopo aver studiato fotografia presso il politecnico di Manchester, inizia la sua carriera come fotografo di strada e tra le sue più grandi ispirazioni c’è proprio il bianco e nero di Henrì Cartier-Bresson. Esattamente dal 1975 al 1980, con la compagna divenuta poi moglie Susie Mitchell, da Londra si sposta verso le periferie dello Yorkshire ritraendo uno spaccato di vita sociale inusuale: colletti blu di operai, minatori, agricoltori, guardiacaccia, allevatori di piccioni, “mariti presi per il naso” e devoti delle cappelle metodiste e battiste che si identificavano con il nome Nonconformisti. Sempre in bianco e nero saranno le sue successive foto che appariranno nel suo libro fotografico “Bad Wheather” – letteralmente in italiano Brutto Tempo – una singolare rappresentazione dell’ossessione britannica sulle condizioni metereologiche. Difatti molte conversazioni inglesi si soffermano sull’argomento atmosferico. Nelle foto di Parr si evince l’originalità e l’anti convenzionalità del suo fare fotografia. Non fotografa quando c’è bel tempo e con una luce favorevole bensì affronta intemperie di tutti i generi, acquazzoni, pioggerelline, tempeste di neve, con una fotocamera subacquea e flash per documentare rigorosamente e con scanzonata serietà la vita di tutti giorni della gente in Inghilterra ed Irlanda che deve sopportare temperature pungenti e climi uggiosi. Tutte le sue foto in bianco e nero hanno un denominatore comune: sono piene di luce anche quando in realtà ce n’è poca tanto è in grado di bilanciare i chiaro scuri, con grande maestria, i soggetti si stagliano su sfondi di bruma, in tempeste di pioggia, sotto le nevicate e negli androni delle Chiese e sono così vere, così autentiche nel cogliere al volo scorci di vita quotidiana e di abitudini sociali. Potrei azzardare che queste fotografie di Martin Parr abbiano la stessa poesia di quelle Robert Doisneau nell’incantare, ma sono sferzanti con la crudezza della veridicità di vite normali, a volte un po’ squallide o un po’ tristi, sempre così intense da attrarre l’occhio come una calamita. Dagli anni ’80 Parr si allontana dai classici elaborando un suo stile, lascia il bianco e nero per il colore, e in un’esplosione di colori ritrae tutto quello che passa sotto il suo sguardo attento, ironico, contraddittorio, ma comunque dedicato al sociale e alle patologie del quotidiano e sebbene non tratti temi drammatici come guerre e carestie non manca di tragicità irridente. E’ in ogni caso un artista molto sensibile al cambiamento dei valori, alla decadenza di una società sempre più volta al soddisfacimento indiscriminato di bisogni non essenziali, allo spreco, la sempre più marcata assenza del buon gusto, un turismo di massa distruttivo. Martin Parr, con scatti dai vividi colori e l’attenzione di un documentarista, ci regala scorci di vacanze in una piccola località di villeggiatura vicino a Liverpool per famiglie a basso reddito e villeggianti balneari della classe media sulle spiagge in giro per il mondo. Quarant’anni di lavoro in multicolor attraverso i suoi scatti fotografici che con intelligenza, a volte con malizia, e immancabilmente con divertito interesse per il particolare stravagante e bizzarro, documenta le classi proletarie, le medie, le classi agiate e il jet-set; signore super chic e ostentatrici di ricca opulenza, l’ambiente della moda, amiche in visita a un museo famoso di New York. Immortala bambini biondi e bellissimi impiastricciati di gelato colante con il mare in sfondo che spiaggia non ha, la speranza di una bambina che cerca di giocare con paletta e secchiello dove sabbia non c’è, orde di turisti pigiati in cima a Notre Dame e una turista ricoperta di piccioni a Venezia. E ancora, un matrimonio Indù, un ballo di Gala a Londra, studenti di Oxford e addirittura la Regina Elisabetta di spalle durante una sua visita pubblica. Troverete in un tripudio di colori e soggetti disparati anche una rassegna di circa 200 inquadrature in formato A3, una dopo l’altra, su un’intera parete. Una mostra formidabile, suggestiva, che vi strapperà sorrisi, talvolta smorfie di lieve disgusto, vi lascerà sempre a bocca aperta dallo stupore o per empatia, ma assolutamente vi incuriosirà talmente tanto da rimanere incollati ad ogni singola fotografia, avvicinandovi ed allontanandovi da essa, per coglierne ogni dettaglio, la luce, i colori sgargianti dopo tanto spettacolare bianco e nero, osserverete minuziosamente i protagonisti anche quelli in secondo piano. Nulla è lasciato al caso e tutto sembra ritratto quasi per caso.
di Carmelina Rotundo Auro A Palazzo Strozzi a Firenze la mostra evento :"Yan Pei-Ming Pittore di storie mostra evento che consegna all'eternità terrena l'artista franco-cinese
Per chi avrà la pazienza di leggere l' articolo fino in fondo lo scoprirà! "Presumo di essere un artista cinese ed europeo, ma sono prima di tutto un artista”. Yan Pei-Ming nato a a Shanghai nel 1960 si trasferisce nel 1980 in Francia, dove attualmente vive e lavora . L'esposizione, che potrà essere godibile fino al 3 settembre 2023, propone un percorso di oltre trenta opere che permettono di esplorare la potente e originale ricerca dell’artista sulla relazione tra immagine e realtà, in un cortocircuito tra vita personale e storia collettiva, simboli e icone della cultura e della storia dell’arte tra Oriente e Occidente.
Esplorando generi come il ritratto, il paesaggio, la natura morta e la pittura di storia, i suoi dipinti prendono vita a partire dal modello di immagini fotografiche estrapolate da fonti diverse, come immagini personali, copertine di giornali, still cinematografici o celebri opere della storia dell’arte.
La mostra è promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze come parte del progetto Palazzo Strozzi Future Art sviluppato con la Fondazione Hillary Merkus Recordati. Main supporter: Fondazione CR Firenze. Sostenitori: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Intesa Sanpaolo, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi. Con il contributo di Città Metropolitana di Firenze. Si ringraziano MASSIMODECARLO e Galerie Thaddeus Ropac.
Il Gruppo FS è a fianco di Palazzo Strozzi e grazie alla partnership, chi raggiungerà Firenze con i collegamenti nazionali e regionali di Trenitalia potrà visitare la mostra a prezzo scontato o usufruendo di una promozione 2x1. I soci CartaFreccia, in possesso di un biglietto delle Frecce con destinazione Firenze, potranno accedere all’esposizione in due al prezzo di un solo ingresso. Agevolazioni anche per gli ingressi singoli con uno sconto sul biglietto per chi raggiunge il capoluogo toscano con Frecce, Intercity e treni regionali. Ai viaggiatori delle Frecce è inoltre dedicato uno sconto presso il bookshop di Palazzo Strozzi. “pittore d’assalto”: Yan Pei-Ming si definisce perché attacca la tela con grande energia, quasi in un corpo a corpo con la materia pittorica. La tavolozza è spesso bicolore: nera e bianca, rossa e bianca, blu e bianca. Il colore diviene un modo per amplificare la forza espressiva dei suoi quadri, spesso creati in formati monumentali, in cui lo spettatore sembra poter “entrare”. Le immagini diventano quasi astratte a distanza ravvicinata, macchie di colore che si intrecciano e sovrappongono, acquisendo nitidezza solo da lontano. La stessa nitidezza che si può percepire per avvenimenti di un passato prossimo, che necessitano di un distacco cronologico per essere compresi e analizzati. “Con questa mostra Palazzo Strozzi prosegue la sua missione nel creare un dialogo tra passato e presente, coinvolgendo artisti che sanno interpretare il nostro tempo. Yan Pei-Ming riflette sulla condizione umana, fondendo insieme fonti diverse tra realtà e immaginazione, vita privata e storia pubblica. È pittore di storie e non solo di Storia perché nella sua pittura si ritrovano immagini che hanno segnato il passato recente assieme a capolavori della storia dell’arte e al racconto intimo della propria vicenda personale. L’artista esplora le potenzialità della pittura e la capacità di questo mezzo di essere attuale, accessibile e coinvolgente per tutti”.
dall' intervista di Arturo Galansino Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi :"A che cosa ti sei ispirato per l’autoritratto che donerai agli Uffizi e che entrerà a far parte della collezione iniziata nel 1664 dal cardinale Leopoldo de’ Medici? Si tratta della più vasta e importante collezione di autoritratti al mondo, che continua ad accrescersi grazie alle donazioni dei maggiori artisti contemporanei. " È un autoritratto in bianco e nero, frontale. Molti pittori classici si ritraggono di tre quarti, ma io ho scelto di guardare il mondo. Conosco bene le Gallerie degli Uffizi, perché ci sono stato diverse volte. È uno dei musei più belli del mondo. Consegnare un quadro a un museo del genere è un grande onore per un artista vivente. Entro così in una continuità che mi porrà per i secoli a venire nella schiera dei pittori più illustri." Carmelina Rotundo Auro