DOVE TUTTO PUÒ DIVENTARE INDIMENTICABILE Tour tra i locali storici di Firenze
di Carmelina Rotundo Auro All’angolo di via Martelli, il Bottegone, allora ed ancora oggi che non era tanto il locale degli intellettuali, ma della borghesia, caffè concerto dove si ascoltava l’orchestra e, cosa eccezionale per allora, si potevano portare le signore e le figlie maggiorenni, i divani rossi del Bottegone hanno accolto uomini politici ed artisti di teatro, molti dei quali venivano dal Niccolini già Teatro del Cocomero, il più antico di Firenze e il primo teatro “moderno” d’Europa. Le origini del teatro, oggi centro polivalente, risalgono alla metà del Seicento, quando un gruppo di nobili prese in affitto alcune stanze di palazzo Ughi in via del Cocomero costruendovi il teatro. Negli anni Settanta e Ottanta del Novecento sono saliti sul palcoscenico del teatro artisti del calibro di Vittorio Gassman, Carmelo Bene, Paolo Poli... Questo teatro che prende il nome da Giovanni Battista Niccolini (San Giuliano Terme, 29 ottobre 1782 – Firenze, 20 settembre 1861) drammaturgo italiano vissuto tra a Firenze, Lucca e Prato socio dell'Accademia della Crusca è stato restaurato e raiperto nel 2016 ed attualmente è un centro polivalente Spettacolibreria (a stream of culture) dove si fanno spettacoli, concerti, corsi e conferenze, al fine di avvicinare il grande pubblico al teatro, alla lettura, e a temi storici e politici, solo per citarne alcuni: Niccolitudini ogni giovedì dalle 18.00 alle 19.00 l’editore Antonio Pagliai incontra un autore e la sua opera all’interno delle Niccolitudini, presentazioni di libri che… non annoiano. La scelta degli argomenti è eclettica e spesso orientata alla leggerezza piuttosto che al tenore accademico. Piazza Signoria con i suoi eleganti caffè apparteneva invece ai turisti. Nella via Cavour al 102 r pasticceria bar Ciapetti con specialità di salato e dolce che si differenziano ad ogni stagione; al 41 r quasi sopra la Casa della stilografica, una lapide ci rimanda indietro nel tempo quando nello stabile “ ebbe sede il caffè Michelangiolo, geniale ritrovo di un gruppo di liberi artisti che l’arguzia fiorentina soprannominò “macchiaioli” le cui opere, nate tra le lotte politiche e gli eroismi guerrieri del Risorgimento nazionale, perpetuarono il lume della tradizione pittorica italiana. Nella stessa via c'era il caffè dei Risorti, proprio di fronte alla prefettura dove oggi c’è Frette e Gelatarium, luogo di delizie con gelati unici che possiamo personalmente comporre; nei suoi due piani Gelatarium offre, la possibilità di gustare delizie in ambienti dove le altalene ricreano l'atmosfera del gioco- della piacevolezza sotto un soffitto celeste cielo circondati da "alberi" senza dimenticare l'eleganza raffinata di ogni particolare dai mosaici dei pavimenti, agli arredi. Gelatarium, sia nella sede di Lucca che a Firenze propone incontri letterari: presentazioni di libri, organizzazione di mostre ed eventi. In piazza dell'Olio, inaugurato a febbraio 2023 (in una scenografica ambientazione di montagna comprensiva di sci e sciovia) Slitti experiencecioccolato caffè biscotti. La promessa di Andrea Slitti, uno degli cioccolatieri più premiati al mondo, che opera nel settore dal 1969 è di offrire nel suo locale elegante tra "piante di cacao" molto più che degustazioni di cioccolata e caffè anche di piatti gourmet che comprendono un’ampia selezione di schiacciate farcite, come quella con sbriciolona, carciofi e crema di pecorino, crostoni, da quello con gorgonzola, pere, noci e miele a quello con burrata, pomodori secchi e alici, fino alle tartare di pregiata carne di Vitello Adulto Piemontese, poi ancora croissants salati e molto altro: emozioni di gusto. L'azienda Slitti ha sempre posto in primo piano il benessere dell'ambiente tanto che la fabbrica Slitti di Monsummano terme può vantarsi di essere tra le più green. Slitti partecipa a Tuttofood a Milano, ad ogni anno a Taste a Firenze . Posto rilevante nel panorama artistico letterario aveva il caffè San Marco, in Piazza San Marco frequentato soprattutto da studenti proprio perché, allora come oggi, si trova vicino all’Università e all’Accademia delle Belle Arti. Altre punte c’erano state in via De’Pecori, la famosa birreria Cornelia, grande, con giardino e all’angolo tra Via De’ Benci e Borgo Santa Croce, vicino alla Biblioteca Nazionale, il caffé delle Colonnine... in piazza San Simone Vivoli dal 1930 gestita dalla stessa famiglia propone gelati artigianali di ottima qualità. Vivoli alla quarta generazione ha aperto due gelaterie in America: a New York ed a Orlando. In via de'Vecchietti n 3 la Galleria Iginio Massari, il quale è considerato il più grande Maestro pasticcere italiano nel mondo ed il cui destino forse era già segnato dalla nascita avendo una madre cuoca ed un padre direttore di una mensa, e che sostiene che il cibo non dev'essere solo buono, ma dev'essere bello, elegante e coinvolgente. n In Via dei Vecchietti 5, Cibrèo Ristorante & Cocktail Bar ogni volta ci incuriosisce per il rosso delle poltroncine, chiaro richiamo al Cibrèo Caffè e al Teatro del Sale di Sant’Ambrogio, e per la gentilezza e la professionalità del personale. Ma anche per il menù-giornale “mangia & leggi” con qualcosa da ordinare e qualcosa da imparare, con proposte che si ispirano ai piatti tradizionali amati da Fabio Picchi ma con un approccio più contemporaneo nella lavorazione delle materie prime e negli abbinamenti. Qui vicino troviamo un altro Cibrèo Caffè dove, sulle pareti, ritornano i disegni di Giulio Picchi presenti anche nella sede storica del Caffè di via del Verrocchio. Gli stessi disegni che al Ristorante & Cocktail Bar diventano le copertine dei menù (sia food che cocktail) oltre a scandire i divertenti sottobicchieri ed altri elementi grafici del locale. In via Francesco Valori, 4r Pasticceria Fancy di Francesco e Francesca due giovani che che uniscono la bellezza della pasticceria francese alla bontà di quella italiana per una colazione o merenda sfiziosa né troppo dolce né troppo salta in equilibrio, per una pausa pranzo veloce, salutare e gustosa. Una capatina anche in una enoteca, l'enoteca Alessi in via delle Oche che con le sue quattro differenti “anime”, può soddisfare, sia l’hipster alla ricerca di cibi esotici o i ragazzini, che l’appassionato di cocktail, l’esperto di vino o l’intenditore di distillati. Fare un salto da Alessi vuol dire regalarsi un'esperienza unica in cui cibi e bevande di tutto il mondo sono a disposizione in un clima di accoglienza consolidato nel tempo dalla Famiglia Alessi che la gestisce dal 1952. Più lontani e più eccentrici i locali sulle colline: L’Aurora a Fiesole, La Loggia al Piazzale Michelangelo e lo Chalet Fontana frequentato da Rosai, il quale aveva lo studio in via S. Leonardo. Senza dimenticare in piazza delle Cure gelateria Cavini inaugurata con un nuovo allestimento per la Pasquetta 2023 con proposte di gelato salate e dolci di grandissima qualità. La musica e il dono di un antica pubblicazione:"Direzione per il gelare" alla maniera del Gelataio Cavini in Firenze piazza delle Cure hanno reso indimenticabilmente gustosa questa inaugurazione! "Sherbet è fatto precisamente con gli altri ghiacci d'acqua, con la eccezione che il confetto "meringue" una sorta di marzapane fatto d'un uovo è aggiunto giusto prima che il "battitore"( dasher) è levato, che fa piuttosto una mistura leggiera come cremosa...." In via delle seggiole 12r Locale ristorante cocktail bar per un viaggio indietro nel tempo: nel 1200 nel piano interrato dove alcune arcate in pietra potrebbero risalire alla Firenze di fondazione Romana (30 -15 a.C.) e nel 1500 al piano terra. Del palazzo sono state proprietarie alle origini la famiglia Bastari Bonafè e nel 1550 la residenza di Bartolomeo Concini il più importante uomo politico del periodo; alla storia si aggiunge la promessa che le vivande e i cocktail si trasformino in una personale sorprendente avventura! In via San Bartolo a Cintoia al 77r zona isolotto la Sgraneria pinseria dove le pinse sono realizzate con un mix di farine di frumento, soia, riso e pasta madre impasto superidratato, privo di grassi, leggero e digeribile grazie alla lunga lievitazione. Consumazioni sul posto o richieste di consegna a domicilio di una grande varietà di pinse regionali, classiche, speciali, fritti, dolci artigianali con vasta scelta di bibite e di birre italiane ed internazionali Si andava al caffè perché intorno alla “tazzina” si poteva stare in quattro, in cinque, seduti su confortevoli sedie intorno al tavolino, la luce elettrica era abbondante e così il riscaldamento. I caffè divennero dunque luoghi di lavoro, punti di incontro, spesso più importanti della casa . “ Per anni le Giubbe Rosse erano il mio recapito abituale nelle mie scappate a Firenze” diceva Carlo Carrà. Delizie e dolori, come si suole dire e quella tazzina di caffè qualche volta era all’origine di preoccupazioni. Soffici a proposito ricorda che al Gambrinus, dato che c’era l'orchestra, il caffè era caro. “ Pagare il conto costituiva il più grave problema di ogni sera". Il Caffè San Marco era invece più economico ”Una tazzina di caffè qui costa ragionevolmente meno “ scriveva il Miccini. Con l’apertura in via Tosinghi nel cuore di Firenze Badiani raggiunge il n 17 di gelaterie in Europa, dopo le 11 del Regno Unito e i 4 della Spagna. Il centro il clou restava però Piazza Vittorio a cui Giovanni Papini dedicò una dissacrante poesia: “ Autunno” .
Domenica, ore sei tutti si danno del Lei intorno ai tavolini piccolini e sudicini dei noiosi caffè Piazza Vittorio. Piazza Rotatorio. Piazza dei letterati che dicon male di tutti assaggiando i gelati sotto gli occhi di tutti. Le redazioni di grandi riviste si riunivano al caffè. “ Lacerba” di Papini e Soffici che, dichiarata la guerra 1915 -'18, cesserà la pubblicazione; la “ Voce” di Prezzolini ; “ Solaria “ di Montale durerà invece fino al 194l. Dino Campana veniva a piedi da Marradi con una bisaccia piena di libri e ai caffè vendeva i suoi “Canti Orfici “. “ Indossava allora pantaloni fatti con la tela di una tenda e strappava la prima pagina a chi giudicava “non degno”. Era molto in voga allora una strofetta che Alberto Viviani riporta nel suo volume edito nel 1933 e dal titolo “GIUBBE ROSSE." che presenta una panoramica dei caffè della rivoluzione culturale nella Firenze tra il 1913-'15 . “ Giubbe rosse è quella cosa che ci vanno i futuristi se discuton non c’è Cristi non puoi giocare a dama". Su via d'Annunzio n 106 pasticceria Cesare con che in ambienti curati e sobri giocati sul legno e dehors propone dolci artigianali, caffè, aperitivi, eccezionali centrifughe dalle rinfrescanti, alle depurative, vitaminiche, energetiche, dissetanti ... Opzioni di servizio: Consumazione sul posto · Da asporto · Consegna a domiciliocon tante proposte dolci e salate che soddisferanno ogni gusto Ambienti dalle mille sfumature, sempre in fermento, dove non c'è mai da stare tranquilli, dove l'immaginazione va alla ricerca di nuove frontiere e di amici, dove persino le luci, gli specchi molati, i camerieri, il conto... i frequentatori creavano e creano“ quella cosa “ da cui difficilmente ci si poteva staccare perché tutto, lì, diventava e diventa indimenticabile!!! Come indimenticabile sarà Eurochocolate per il trentennale 2024 con un coinvolgente calendario che partirà da Avellino a Febbraio, per poi proseguire in Giappone e riapprodare a Marzo e Ottobre a Perugia, terra natale, con le due tradizionali edizioni: primaverile e autunnale. A Dicembre i festeggiamenti si concluderanno in due Terre del Cacao: Ecuador e Gabon. Una menzione merita, per la qualificata partecipazione e il successo ricevuto, la Florence Cocktail Week alla sua settima edizione organizzata dal team di Paola Mencarelli ed a cui si sono affiancate le iniziative “gemelle” Tuscany Cocktail Week (dal 2019), Venice Cocktail Week (dal 2021) e Cortina Cocktail Week End (dal 2022).
GENTILEZZA E PERDONO
#25novembre
In occasione del 25 novembre Daniel Lumera ha messo a punto un decalogo che si presenta come un INVITO alla GENTILEZZA
1) La violenza inizia prima di tutto dentro di noi L’odio alimenta odio. La rabbia, altra rabbia. La colpa altra colpa. Guerre, violenza, genocidi: tutto questo si manifesta perché milioni di individui hanno alimentato l’odio innanzitutto in se stessi. In ogni parte del mondo. Goccia dopo goccia. Giorno dopo giorno. Ognuno di noi ha una responsabilità personale in tutto questo: ogni istante, a partire dal nostro intimo sentire, contribuiamo a creare ciò che vediamo sul nostro pianeta. Siamo tenuti a scegliere. Questa scelta contribuisce al destino di tutti. Se vogliamo ripulire il mondo iniziamo prima di tutto dalla nostro cuore.
2) Gentilezza, gratitudine, perdono, empatia, inclusione, interconnessione e interdipendenza Sono le forze femminili del nuovo millennio. Modificano i nostri geni, ci fanno vivere più a lungo e sono la strategia evolutiva vincente rispetto alla violenza e alla competizione. Appartengono a chi ha davvero coraggio. Si tratta di una femminilità che va oltre i generi, presente sia nella donna che dell’uomo. Medicine naturali capaci di guarire la necessità di autoaffermarsi attraverso la competizione, la violenza, la creazione di un nemico per creare appartenenza e consenso. Attraverso la dolcezza si può far crollare il modello individualista basato su una performance egoica sempre più spinta. Creano senso di identità a partire dalla cura e dal valore della reciprocità.
3) Un nuovo senso di responsabilita' La radice di ciò che accade nella nostra vita va ricercata nel nostro intimo sentire. Alla qualità del nostro invisibile mondo interiore corrisponde la qualità della realtà che viviamo. Dalle nostre idee, pensieri, credenze e impressioni più radicati nascono le nostre emozioni; dalle emozioni le scelte e le decisioni; dalle scelte i nostri comportamenti e le abitudini; dai comportamenti il carattere; dal carattere il destino. Per questo cambiando l’intimità del nostro sentire possiamo cambiare il nostro destino.
4) Oltre la solitudine Se ti capita di sentire solitudine, piuttosto che rifiutarla, piuttosto che riempire la tua vita di oggetti, di persone, per non sentirla, prova a sederti e ad ascoltare. Accoglila. Respirala. Scoprirai che non si tratta di solitudine, si tratta di nostalgia. Si tratta del ricordo del momento in cui hai abbandonato te stesso e ti sei perso nelle cose, nel mondo, nelle paure. Quella solitudine è esattamente questo. Esplorarla, accoglierla, ringraziarla, ci permette di vivere l’esperienza di unione più potente concessa all’essere umano.
5) Fiorire nel fango Un pensiero gentile, goccia dopo goccia, scava anche la più dura delle rocce, quella dell’odio. Non priviamoci dunque della soddisfazione di rispondere con gentilezza alla paura, allo sgarbo, alla vendetta, al sopruso, all’ignoranza, alla violenza, al rancore. Nell’intimità del nostro sentire potremmo iniziare con l’essere gentili con noi stessi.Gentilezza ovunque. Anche nel silenzio. Tra le note dell’esistenza. Il seme della gentilezza autentica, come il fiore di loto, ha il potere di crescere e sbocciare anche nel fango. Basterebbe così poco, basterebbe un po’ di meraviglia. Rendersi conto che siamo circondati da un miracolo costante. Concedersi il tempo per stare in silenzio ad ascoltare. Ascoltare e sentire. Concedersi il privilegio di trovare degli spazi liberi per guardare il cielo. La gentilezza ci fa respirare. Ricordare. Che i fiori crescono ancora ovunque. Che in questa terra siamo insieme. Perché ci sono lontananze che avvicinano e solitudini che uniscono.
6) Le grandi anime scelgono sempre l’amore Non è tanto ciò che accade ma ciò che fai con esso che fa la differenza. Possiamo trasformare l’amore più sublime in possesso e ossessione, così come il più profondo dolore in un’occasione per maturare le virtù della pazienza, umiltà, compassione, perdono e gentilezza. Non sono i talenti, il carisma, la bellezza o il potere a rivelare chi siamo intimamente, ma le nostre scelte. Le grandi anime scelgono sempre l’amore.
7) L’inutilità del lamento A nulla serve lamentarsi, cercare un colpevole, creare un nemico contro cui sfogarsi e lottare, criticare, odiare, arrabbiarsi. L’odio non può essere lavato via con altro odio, né con rabbia e rancore. Se vogliamo eliminare la violenza dalla nostra vita, iniziamo dai nostri pensieri e dal nostro sentire. Ora. Quando non vedi e non senti amore nel mondo è perché non lo stai dando. Prendere le distanze dalla violenza è un modo per amarsi.
8) Il dolore è amore trattenuto Tratteniamo l’amore nel nostro cuore perché abbiamo paura di lasciarlo libero. E’ questo che provoca dolore. Siamo spaventati dal fatto di non poter controllare la sua immensità. Di spogliarci di fronte alla vita, liberarci da maschere, false esigenze, necessità che non sono nostre. Di trovare il coraggio di aprire le mani e lasciare andare tutto, alleggerendo finalmente il cuore da tutti quei pesi e dolori accumulati e trattenuti. Nudi come quando siamo nati. Puri. Presenti e svegli nel miracolo della vita.
9) Il coraggio e la paura Abbiamo solo paura. Paura di ritrovarci infiniti oltre noi stessi, senza riconoscerci. Sarà attraverso l’amore che modellerai il tuo essere fino a dare prova della tua resa. Senza condizioni. Docile come un agnello. Umile come un filo d’erba. A quel punto, sarai pronto per capire che sei tu stesso il cammino che compi. Sarai pronto perché avrai dato tutto di te. Fino all’estremo dolore e all’ultima goccia di amore. Lascerai libero l’amore che trattieni nel cuore... diverrai l’amore che cerchi.
10) La forza del perdono: dalla rabbia alla gratitudine Sfatiamo un luogo comune: perdonare non equivale a subire senza reagire e nemmeno dimenticare o giustificare. Significa invece agire a partire da una condizione di consapevolezza, equilibrio e amore, liberare il passato dal dolore per essere pienamente coscienti del presente. Quando si perdona davvero, anche se stessi, non si è più motivati da collera, rabbia, frustrazione e ignoranza. Se il perdono è autentico, le parole e le azioni esprimeranno solamente determinazione, chiarezza e comprensione.
LA JUVE SENZA SARRI
FINALMENTE di Angelo Pereni 11 Luglio 2020
Finalmente la Juve si è liberata di Sarri e del sarrismo (chi mi sa spiegare in cosa consiste questo termine?) nel contesto calcistico. Non vale più sapere quanto Sarri ci sia nella Juve e quanta Juve sia oltre il suo tecnico. Siamo in un calcio diverso dove l’allenatore è colui che riesce a fare meno danni possibili con le sue decisioni, le sue scelte, il suo volere un suo gioco. Il calcio in queste condizioni è una somma di individualità basta non sbagliare le formazioni, i cambi. Il cambiamento è netto senza equivoci la Juventus ha dimenticato la fatica del gioco del suo allenatore, pensa e pesa più conil talento dei singoli, diverte di più e vince di più non ha più il dovere di un compito mai accettato e mai digerito, gioca secondo la somma delle caratteristiche dei sui giocatori smettendo di discutere, gioca facendo accettare al suo tecnico la realtà della squadre, inventando una squadra leggera e compatta e giocando bene a suo modo vince e convince. La fine delle discussioni tattiche che ha portato giovamento a tutti i giocatori liberandoli da ogni vincolo imposto e pronti a liberare i propri talenti e le proprie qualità. La discriminante rimane la Champions, perché oramai, la squadra ha superato sé stessa. O arriva al massimo o torna alla normalità. Conte la deve smettere di lamentarsi farsi compatire dare la colpa anche ai giocatori, di sostenere che gli è stato consegnato un pacco preconfezionato. L’allenatore è stato scelto perché serviva un tecnico che entrasse in uno spogliatoio apatico, che riuscisse a dare la scossa e una volta ad una squadra che tutti gli anni fallisce gli obiettivi. La società gli chiedeva di vincere almeno un trofeo, ma all’Inter i vizi sono rimasti. Dopo un ottimo inizio la squadra crolla, il suo arrivo doveva cambiare, ma la storia si è ripetuta, un allenatore del suo livello non può accettarlo. Il progetto di crescita si è inceppato e 12 mesi dopo si è al punto di partenza e bisogna rincominciare da capo. Basta l’Europa League per salvare la stagione. Per vincere servono anche grandi giocatori è vero ma con i grandi giocatori è facile vincere. Sport e politiche spesso vanno a braccetto, la politica anzi scimmiotta il calcio e le segue nelle sue peggiori deviazioni. Il leader dell’opposizione che voleva diventare Papa si è fermato al papete, il suo pubblico non lo segue più come una volta e ne rimane disorientato. I nostri politici davanti ai microfoni o recitano le solite quattro frasette mandate a memoria o balbettano qualche stravaganza. La loro unica preoccupazione è: rimanere attaccati alle poltrone (anche così si giustificano i continui cambiamenti di casacca) con tutti i benefici del caso. Nessuno vuole lasciare questo ben di dio che gli è piovuto addosso e allora avanti con recite mirabolanti che non esistono se non nella loro fantasia e che non hanno nella realtà la possibilità di essere realizzate. Tutti devono capire che ormai non vale più la pena di continuare a promettere e mai fare. Signor Bonomi, per essere credibile si ricordi che la vita è fatta di diritti e di doveri. È giusto che lei si impegni e chieda giustamente, che siano mantenuti gli impegni, ma deve anche richiamare i suoi associati al pagamento delle tasse che non mi sembrano cifre irrisorie, e non è la povera gente che le produce. Cari parlamentari, in un sussulto di dignità, provate a rendere pubblico quello che guadagnavate prima di essere eletti almeno così possiamo valutarvi come persone. La gente è stufa delle false verità dei giochini di personaggi fasulli, di certa stampa che fa solo propaganda; è giunta l’ora della serietà. Fare promesse che non vengono mantenuto o che durano una giornata vuol dire mentire. Fare da casa di risonanza a queste promesse da parte della stampa è amorale, l’informazione deve saper analizzare scrupolosamente le proposte, questo è un dovere da coltivare, figuriamoci in un momento come questo.
Prodotti alimentari contraffatti
di Claudio Ferretti.
Sempre più frequentemente vengono segnalate criticità sulla qualità di prodotti alimentari: dopo attente verifiche la reale qualità è ben diversa da ciò che viene pubblicizzato. L’esempio più tipico è il Grana Padano, un marchio molto importante della filiera alimentare italiana, che viene prodotto con un impasto particolare chiamato "formaggio pasta dura", il cui prezzo è nettamente inferiore e non contiene le proprietà del vero Grana Padano. Altri alimenti che possiamo trovare a rischio contraffazione sono l’olio extravergine d’oliva, il vino, l'aceto balsamico, la pasta, i formaggi e i salumi. La Coldiretti cerca di sensibilizzare sempre di più su questo fenomeno, che oltre a produrre un ingente danno economico comporta la perdita di molti posti di lavoro; anche le forze dell'ordine monitorano costantemente questo problema anche se non bisogna mai abbassare la guardia. Il maggior danno di immagine è quello che prende il nome di "italian sounding" ovvero i prodotti che vengono venduti all’ estero con nomi storpiati, particolarmente diffuso negli Stati Uniti . Esistono attualmente alcuni tipi di controllo per prevenire l'acquisto di un prodotto contraffatto : innanzitutto bisogna verificare se il prodotto viene certificato come biologico, prestare attenzione ai falsi marchi, diffidare di prezzi troppo bassi e verificare se c’è la tracciabilità dell' alimento . Se vengono acquistati prodotti italiani con marchi conosciuti il problema non esiste, lo stesso vale se l’acquisto è orientato su prodotti a km 0. Attenzione quindi a fare sempre le scelte giuste e preferire prodotti di filiera italiana acquistati in negozi di fiducia. Teniamo presente che siamo la nazione che esercita i migliori controlli in assoluto e mangiare italiano fa bene alla nostra salute!
Quanto costa oggi curarsi?
Prima di parlare di cifre, vorrei fare un quadro generale sull’aspettativa di vita e sull’aspettativa di godere di una buona salute. Secondo i dati ISTAT, mentre nel 1952 la popolazione italiana che superava i 65 anni era l’8,2% e quella compresa nella fascia di età 0-14 anni si aggirava intorno al 26,1%, nel 2018 ci troviamo con il 22,6% della popolazione che supera abbondantemente i 65 anni e solo il 13,4% che appartiene alla fascia di età 0-14 anni. Sempre l’ISTAT ci dice che la speranza di vita media è passata dai 40 anni del 1900 agli 80 anni di oggi e che la speranza di vita in buona salute oggi si attesta a circa 58 anni. Stando così le cose, lo Stato Italiano si trova davanti ad una grande sfida da affrontare sul piano del welfare, ovvero far fronte al maggior bisogno di assistenza sanitaria collegato alla maggior aspettativa di vita, di cui buona parte trascorrerà non in buona salute. Sempre l’ISTATci dice che la spesa pubblica per la salute si è fermata, oscillando intorno a 111-114 Mld €, mentre la spesa sanitaria sostenuta dalle famiglie nel 2017 è arrivata a 40 Mld € e si prevede che nel 2018 continui a crescere. In altre parole, ognuno di noi spende in media 666 € all’anno per curarsi ricorrendo alla sanità privata per accertamenti diagnostici, visite private, interventi chirurgici, ecc. Considerato che in Italia un nucleo familiare medio è composto da 3 persone, ecco che una famiglia mediamente spende 1.665,00 all’anno per curarsi presso le strutture sanitarie private. Pensate che i dati ISTAT siano poco attendibili? Provate a verificare quanti tra i vostri parenti ed amici hanno avuto un problema di salute e quanto gli è costato gestirlo.
TRA SCOLLAMENTO SOCIALE E DISORDINE
di Angelo Pereni
Scollamento sociale, divisioni politiche, richieste di indipendenza rendono il nostro Paese sempre più vulnerabile, ma la secessione più pericolosa è quella già compiuta tra i giovani e il resto della popolazione. Tra co0loro che in epoca passata ha goduto di investimenti, di formazione e che ora non più per diversi motivi. Tra chi è andato in pensione con il sistema contributivo e chi andrà in pensione con pochi spiccioli. Tra chi ha la fortuna di trovare lavoro in Italia e chi è stato costretto ad andare all’estero. Tra la fuga dei cervelli e la decrescita del Pil pro capite. Più spendi per la scuola e più ti sviluppi dovrebbe essere il mantra della classe politica, invece il nostro Paese spende più per gli anziani che per coloro i quali dovrebbero dare un contributo decisivo al futuro.Se ne sono0 andati molti dei giovani con livelli culturali medio-alti, e ogni anno sempre di più, e quello che più fa pensare è che la maggioranza sono di regioni dove il tenore di vita è ancora su buoni livelli. Una emorragia di forze giovani dal nostro territorio nel quale, tra poco, resteranno pensionati, badanti e lavoratori attivi ma in avanzata età. Allora sarà difficile mantenere in piedi livelli di assistenza senza avere un futuro migliore del passato. Una miniera sociale che si esaurirà velocemente lasciando solo una nazione sempre più vecchia e più povera. Non solo, ma un Paese che sta perdendo il senso delle regole, che si sta abituando a violarle impunemente. Che non ha rispetto dei valori, nella giustizia, che non ha più fiducia nell’autorità perché o è assente o fa finta di non vedere. Un paese che decade culturalmente perché, una gran parte, non legge, non studia, passa il tempo con lo smartphon in mano, che si convince ogni giorno di più che la politica sia come una televendita. Un paese che non sa più cosa sia la responsabilità, e ha una classe dirigente che ancora si illude di dirigere qualcosa. Far pagare le tasse, stanare gli evasori, impedire che paghino solo i poveri, creare lavoro, diminuire il debito pubblico, costruire un programma serio d’integrazione ridiscutendo il trattato di Dublino, pensare che la scuola serva alla società per preparare il mercato del lavoro, pensare alla salvaguardia dell’ambiente, proporre investimenti in infrastrutture…………… Questi sarebbero i temi sui quali l’Italia dovrebbe iniziare a ragionare mentre va di moda lo scaricabarile di cui la classe dirigente è specialista da sempre. Così è impossibile ridurre le distanze fra ricchi e poveri. Le differenze si riducono se il Paese cresce, se le aziende creano occupazione, se la disoccupazione giovanile viene colmata non da quota cento però. Solo più crescita è più lavoro possono generare più benessere, ma ci è rimasto un reddito di cittadinanza che produce l’illusione di uno stipendio senza lavoro a spese di uno Stato che, per forza di cose, si rifarà sui soliti cittadini con più tasse e meno servizi. Passiamo al calcio. Alcune società hanno enorme difficoltà a cedere i giocatori di cui vorrebbero liberarsene. E’ una tendenza inattesa che sta mettendo in seria difficoltà i club più grandi. Oggi è importante costruire squadre forti, ma pure di avere bilanci in ordine perché è sempre pronta la mannaia dell’UEFA. Per questo cedere giocatori che sono in sovrannumero , o anche utili, diventa fondamentale. Perché i giocatori non vogliono cambiare squadra?. Ogni caso ha la sua storia, ma dipende anche dall’incapacità dei manager di fare mercato. Con i soldi è facile comprare, ma se non hai ben chiaro una programmazionediventa difficile far quadrare i conti. Bisogna avere idee chiare e non affidarsi alla buona stella delle offerte che , forse, poi verranno. Questo modo di operare diventa un baillame che coinvolge non solo le società , ma anche i tifosi. Alla fine qualche giocatore cambierà squadra, ma altri resteranno in organico creando confusione, problemi per gli allenatori, panchine lunghissime e diventeranno per i tifosiun motivo di discussioni accese e quindi disordine.
TEMPI DURI PER I SANI DI MENTE
Giuseppe Tibaldi direttore dell’Area Nord al Dipartimento di Salute Mentale dell’USL Modena
di Susanna Lavazza
La parola “magica” è diventata TSO, Trattamento Sanitario Obbligatorio. Dura sette giorni, si attua con “camicie di forza chimiche” ed è di solito riservato a chi ha perso del tutto l’equilibrio mentale, quindi rischia di creare gravi tensioni in ambito familiare e sociale . Una realtà trasformata dal Covid. La quarantena e le incertezze della pandemia hanno aumentato in modo esponenziale i ricorsi ai ricoveri d’urgenza nei reparti di psichiatria degli ospedali italiani. A Torino sono arrivati a 9 in un giorno, quando la media era mezzo, in Sicilia ne è stato ordinato uno a chi protestava contro il lockdown, in Veneto il governatore ha minacciato di ricorrere ai TSO contro chi non stava in casa se positivo al virus. E di recente è emerso che non avere paura del Covid sarebbe una patologia psichiatrica, con tanto di terapia da seguire, sia farmacologica, sia in forma di colloqui con cui tenere a bada la “maniacalità” di chi si sente onnipotente.
Tempi duri per i sani di mente. Che comunque, secondo diverse ricerche autorevoli, anche prima della pandemia andavano verso un futuro grigio: un individuo su due sarebbe destinato a sperimentare una malattia mentale entro il 2030. Spesso molto importante, come depressione maggiore, bipolarismo, episodi di psicosi o schizofrenia. Per non parlare dei casi di Alzheimer, Parkinson e simili (che potrebbero essere conseguenze dell’uso di alcuni psicofarmaci).
In ogni caso il ricorso ai tranquillanti e ai regolatori dell’umore è aumentato in correlazione al Coronavirus e alle sue conseguenze: secondo l’American Psychiatric Association gli antidepressivi sono saliti a +20% e gli ansiolitici a +34%. Ma è la depressione la malattia più diffusa: tra 20 anni sarà la prima causa di sofferenza al mondo, sostiene l’OMS. E anche se l’AIFA, l’agenzia nazionale del farmaco, si lamenta perché solo un terzo dei 3 milioni di italiani che ne soffrono si cura con psicofarmaci (e la metà di questi li interrompe dopo pochi mesi) la diffusione è in continua crescita. Non si tratta di tristezza o malinconia. Piuttosto di dare un senso alla vita e alla morte e sapersi adattare a trasformazioni molto rapide. >> CONTINUA SU ECHILIBERI n. 83 ORDINA QUI LA TUA COPIA www.casaedizioni.net
DAL CAMPO ALLA TAVOLA
La diffusione della pandemia Covid-19 ha dimostrato ulteriormente la fragilità dei sistemi alimentari globali, ma offre l’opportunità di reimpostare il modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo il cibo, in un'ottica sostenibile di lungo periodo. Servono soluzioni condivise e sistemiche e un impegno globale per progettare il futuro. L'articolo continua su ECHILIBERI n83
GRAVIDANZA, CARIE E ALIMENTAZIONE
Dott.ssa Sara Bartolaccini (CMC Gallarate)
La gravidanza è un periodo speciale per una donna. Ma in questa fase, la futura mamma deve prendere delle precauzioni per mantenere in salute il proprio corpo. Il ginecologo subito dopo la prima ecografia ecco che da, alla futura mamma un elenco di controlli da effettuare durante i 9 mesi: ecografie, esami di diagnosi prenatale, esami del sangue, per non dimenticare tutte le raccomandazioni per contenere l’aumento di peso, tenere sotto controllo la pressione e la glicemia ma, durante la lunga attesa è fondamentale monitorare lo stato dei denti! I dentisti invitano le future mamme a non sottovalutare i problemi della bocca soprattutto perché, non si possono assumere farmaci e diciamocelo, il mal di denti è insopportabile! Vi state chiedendo perché una nutrizionista vi parla di denti? Ve lo spiego subito. Ci sono cibi che sono in grado di rinforzare lo smalto dei denti e acariogeni mentre, ce ne sono altri che sono cariogeni. Impariamo a riconoscerli insieme.
CIBI E CARIE
cibi cariogeni: carboidrati complessi, zuccheri semplici, miele, succhi di frutta con zuccheri aggiunti, alimenti dolci e appiccicosi. Attenzione ad alcuni vegetali come arance, pomodori, kiwi e limoni che possono provocare erosione dello smalto dentale.
cibi acariogeni: grassi e proteine
I grassi riducono la solubilità degli zuccheri e lubrificano la superficie dei denti dagli attacchi degli acidi
Le proteine ad es. quelle del latte e derivati contengono delle vitamine e dei Sali minerali che stimolano il flusso salivare e l’azione di remineralizzazione
I MIEI CONSIGLI?
Mele, cacao, liquirizia, the nero e uva passa sono ottimi alimenti acariogeni e che facilitano l’autodetersione della bocca, tuttavia è bene tenere presente che hanno anche un potere pigmentante e quindi potrebbero “sporcare” i denti. Per questo motivo è bene assumerliin quantità modeste.
Importantissima è la cottura della frutta e della verdura, ricordatevi di prediligere la cottura a vapore perché la temperatura elevata distrugge una parte di vitamine e li impoverisce di sali minerali
Meglio cibi crudi (attenzione alla toxoplasmosi, lavate benissimo frutta e verdura prima di consumarla) così da favorire una giusta secrezione della saliva. La saliva agisce come “pulitore” della nostra bocca
Ottimi sono i cibi ricchi di Vitamina C, Vitamina E e Selenio grazie alla loro azione antiossidante
La menta: indicata per combattere l’alitosi che, in gravidanza, succede spesso
Sciacqui con la Malva sylvestris, che grazie alle sue mucillagini, ha un effetto antiinfiammatorio ed emolliente
Yogurt senza zuccheri aggiunti. Studi scientifici recenti hanno dimostrato che, un’azione transitoria dei probiotici, contenuti nello yogurt, può ridurre problemi ai denti e gengiviti.
curiosità: non vi piace lo yogurt, nessun problema, in commercio potete trovare delle tavolette orosolubili contenenti probiotici!
Impariamo a mangiare cibi di qualità, gustosi e nutrienti!
FONDI PENSIONE Non facciamoci trovare impreparati
I fondi pensione beneficiano di vantaggi fiscali, una contribuzione datoriale - almeno quelli negoziali - e più opportunità in termini di anticipazioni; fattori che ne accrescono la convenienza.
Per queste ragioni è urgente un'educazione previdenziale che tuteli dal rischio povertà i singoli
la collettività da una conflittualità sociale accesa.
CYBER-SECURITY: Violazione dei sistemi informatici: come difenderci
di Loredana Merlo - Echiliberi N. 77
Paolo Macchi - Segretario Generale SIULP - Varese
C’è un confine sottile che separa il mondo impalpabile del web dalla vita fatta di cose tangibili. Quel confine è dettato dal nostro modo di percepire le due realtà, da come conviviamo con l’una e all’altra, mentre altre volte l’elemento di disturbo entra in maniera invadente nell’altra. Due mondi che cercano di correre paralleli, in cui l’uomo si illude di dominarli, dividendo i Millennials tra coloro che navigano in rete da esperti attenti e informati e coloro che rimbalzano tra i social distrattamente. Ecco allora che i tempi sono maturi per accogliere e comprendere il romanzo #scarpescarlatte di #AntonioGrassi - edito da www.casedizioni.net - che, illustrando un futuro possibile fatto di hacker o cyber-killer che violano sistemi informatici per compiere un delitto “perfetto”, introduce il tema della Cyber security. Il romanzo “Scarpe Scarlatte” infatti è divenuto oggetto di riflessione ed elemento dal quale partire per comprendere meglio le opportunità e i rischi nonché le vulnerabilità e i vantaggi di vivere connessi, tant’è che GIOVEDI' 21 febbraio 2019 - a Varese (presso Villa Recalcati) - ha avuto luogo un interessante incontro dedicato proprio alla CYBER SECURITY, sotto la guida di Matteo Inzaghi, direttore di Rete55.Gli ospiti intervenuti hanno affrontato il delicato tema della sicurezza informatica che interessa ormai tutti i settori professionali e non, dal pubblico al privato, ma soprattutto allerta le Aziende e il Sistema Sanitario. Dopo alcune domande rivolte da Matteo Inzaghi ad Annitta Di Mineo, in qualità di critico letterario, e ad Antonio Grassi, autore del romanzo, si passa nel vivo della conferenza. Ogni tipo di dato infatti, passa attraverso la rete. Anche la medicina non può fare a meno di richiedere un’elaborazione e trasmissione dei dati attraverso il computer, si parla da tempo di medicina telematica che è in costante evoluzione, come hanno illustrato i cardiologi Prof. Roberto De Ponti (Direttore Istituto di cardiologia Università di Varese), Dottor Giuseppe Inama (Responsabile di cardiologia dell’Istituto figli di San Camillo di Cremona), e il Dottor Fabrizio Caravati (Ospedale di Circolo di Varese) ospiti dell’incontro. Sono infatti sempre di più gli apparecchi connessi alla rete, dai pacemarker ai defibrillatori, così come gli infusori di insulina e gli elettrodi celebrali, solo per citarne alcuni, i quali passando informazioni attraverso la rete telematica mettono in relazione paziente e medico ma anche il sistema ospedaliero con le differenti realtà aziendali. Per i cardiologi di nuova generazione i supporti telematici sono uno strumento insostituibile. Occorre quindi prestare particolare attenzione alle contromisure da adottare per la sicurezza dei dispositivi interconnessi, a partire dai produttori che devono configurare i devices in modo che siano sempre meno attacabili, come spiega nel suo intervento Emilo Annicchiarico, It consultant di ValoreBF, ma è oramai fondamentale avere anche personale medico tecnicamente preparato. L’interessante incontro sulla Cyber security apre nuove panoramiche a un avvenire possibile, e il romanzo “Scarpe Scarlatte”, scelto come punto di partenza del dibattito, diventa il raccordo tra un presente fosco e un futuro che, domani è già passato, un cyber thriller spiazzante che invita a riflettere. E… pensare che in alcuni settori statali si comunica ancora con il “fax”, mentre nel “web-sistema” dove tutto viaggia in costante accelerazione, le aziende all’avanguardia devono adeguarsi altrettanto velocemente, per contrastare i nuovi pericoli che si affacciano all’orizzonte.